La disoccupazione come problema sociale.

Maria Grazia Meriggi

La disoccupazione come problema sociale.

Riformismo, conflitto e "democrazia industriale" in Europa prima e dopo la Grande guerra

Il volume affronta il problema della disoccupazione, ricostruendone l’evoluzione storica dai primi anni del XX secolo, vedendo nella Grande guerra un punto di svolta, che mette la disoccupazione al centro dell’interesse degli istituti di informazione sui problemi del lavoro sorti dalla pace di Versailles.

Edizione a stampa

24,50

Pagine: 224

ISBN: 9788856813814

Edizione: 1a edizione 2009

Codice editore: 1573.378

Disponibilità: Discreta

Pagine: 224

ISBN: 9788856809299

Edizione:1a edizione 2009

Codice editore: 1573.378

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

Nel corso della prima rivoluzione industriale la condizione di lavoratore e quella di povero si identificavano: i lavoratori organizzati sono emersi a fatica dalle "classi pericolose".
Il problema della disoccupazione comincia a emergere quando, per via contrattuale, essi raggiungono una maggiore stabilità e maggiori garanzie nella durata e nelle condizioni del lavoro. Essa si distingue progressivamente dal pauperismo e viene percepita contemporaneamente dalle classi dirigenti, dagli organizzatori e naturalmente dai lavoratori come un grave rischio sociale.
Negli anni Dieci del XX secolo, la disoccupazione è al centro di convegni e associazioni legate al mondo del riformismo radical-socialista europeo che finalmente accettano che essa non è il prodotto dell'immoralità e dell'incapacità dei lavoratori ma di problemi connessi indissolubilmente col mercato del lavoro. Inizia allora una lunga discussione collettiva che cerca di proporre soluzioni assicurative e mutualistiche contro il rischio della perdita del lavoro. Tali soluzioni si scontrano con il legame della disoccupazione con le questioni ancor più complesse di governo del mercato del lavoro. Anche per questo problema, come per tanti altri, la Grande guerra segna una svolta.
La disoccupazione si trova finalmente al centro dell'interesse dei nuovi istituti di informazione sui problemi del lavoro sorti dalla pace di Versailles: l'Organizzazione internazionale del lavoro e soprattutto il suo organo principale il Bureau international du travail. Questa lunga battaglia, dopo la crisi del '29 e la Seconda guerra mondiale, ha dimostrato tutta la sua importanza e i limiti connessi a questa importanza: avere organizzato gli istituti del welfare state intorno alla condizione di lavoratore salariato produttivo.

Maria Grazia Meriggi insegna storia contemporanea all'Università di Bergamo e collabora regolarmente con istituzioni e riviste francesi di storia politica e sociale. Fra i suoi lavori più recenti e per i nostri tipi: L'invenzione della classe operaia. Conflitti di lavoro, organizzazione del lavoro e della società in Francia intorno al 1848 (2002); Cooperazione e mutualismo. Esperienze di integrazione e di conflitto sociale in Europa fra Ottocento e Novecento (2005).



Osservazioni introduttive
Notabili e riformatori di fronte alla disoccupazione
Il caso italiano
1906, 1910: i congressi contro la disoccupazione di Milano e di Parigi. Appendice
Il laboratorio dell'Association française pour la protection légale des travailleurs e i suoi protagonisti. La Francia vista da vicino
La lunga storia dell'emergere della disoccupazione
La stampa sindacale e socialista di fronte alle iniziative contro la disoccupazione, fra attenzione e silenzio
Il Bureau international du travail. Un laboratorio del riformismo internazionale di fronte al problema della disoccupazione
Una conclusione possibile
Indice dei nomi.

Collana: Storia/studi e ricerche

Argomenti: Storia economica - Storia sociale e demografica

Livello: Studi, ricerche - Textbook, strumenti didattici

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